Foto: Fabio Montagnoli

In Concert

Cronache dal Record Store Day 2015

Non è così lontano il 2007, quando a Chris Brown venne in mente di creare una circostanza globalmente condivisa attraverso la quale celebrare i negozi di dischi indipendenti. Era un raduno di proprietari e impiegati di negozi di dischi, tutti indipendenti, che si tenne a Baltimora e nel giro di poche ore emersero le motivazioni e le linee guida dell’odierno Record Store Day.
È una giornata dell’anno durante la quale le persone che hanno a che fare con un negozio di dischi indipendente – il pubblico, i venditori, gli artisti – si riuniscono per celebrarne la cultura, l’atmosfera e il ruolo che riveste nelle comunità locali. Contemporaneamente escono edizioni speciali in vinile, in CD, nuove releases e tanti altri prodotti pubblicati esclusivamente in occasione del RSD. Negli USA e in Gran Bretagna è poi prassi consolidata che centinaia di artisti e di band partecipino a dei piccoli live organizzati nei negozi di dischi e attraverso la propria musica esprimano il senso profondo della giornata, incontrando il pubblico, condividendo il proprio strumento con un altro artista, chiacchierando con gli appassionati. Insomma, è una festa vera e propria: è il compleanno di un luogo.
Ho quasi 29 anni e del negozio di dischi indipendente di ricordi ne ho molti, soprattutto ricordo la sensazione di entrare in un luogo dove chi stava dietro il bancone era una specie di insegnante: era lì per aiutarti a scegliere la cosa giusta per te, di cui molto spesso sapevi poco. Nel corso del tempo ho provato a imparare, a trasformare le nozioni e a fare dei ragionamenti musicali camminando da sola. Oggi mi ritrovo a collaborare al Record Store Day 2015 a Carù Dischi a Gallarate e la giornata di sabato 18 Aprile mi ha fatto riflettere su quanto sono contenta di far parte di questa grande famiglia che ascolta buona musica e resta in piedi per ore ad ondeggiare e tenere il tempo insieme all’artista che suona.
Sabato alle 15:30 il meteo sembra avverso (come nel 2014) e per qualche momento si valuta tutti insieme di tenere lo showcase al chiuso, per fortuna che qualche temerario si lancia in un: “Massì, stiamo in piazza, al massimo ci spostiamo sotto i portici come i buskers!”. Alle 16:00 è tutto pronto in Piazza Garibaldi, davanti ai due archi di Carù Libri e Carù Dischi e il cielo si apre.
I There Will Be Blood aprono questo pomeriggio dedicato alla musica e alla “casa” di coloro che la amano, scaldando il pubblico con un paio di pezzi propri. Davide, Mattia e Riccardo sono tre ragazzi che hanno più o meno la mia età e che da tempo invidio perché fanno qualcosa di davvero prezioso: dicono che un buon rock moderno si può fare, che si fa con tanto blues e con tanta passione.
Poi arriva la leggenda: Angelo Leadbelly Rossi che con la sua chitarra e la sua voce ci strega e ci porta da qualche parte, in un posto dove vuoi ascoltare ogni singolo accordo e capire tutto senza perderti una virgola. Angelo è un vero Master, ha gli occhi buoni e un giorno mi piacerebbe imparare anche solo a fischiettare la sua Take Me Away o The World Keep On Turning (Peter Green) o ancora Country Blues (Muddy Waters).
Il pomeriggio continua insieme a Charlie Cinelli che arriva dalla Val Trompia e, insieme ad Andrea Bettini, straordinario fisarmonicista e imitatore, canta alcuni pezzi in dialetto bresciano. Charlie Cinelli è un cantautore che si è dedicato per molto tempo al cabaret e tra qualche settimana uscirà il suo nuovo disco che ha una direzione completamente diversa rispetto al passato.
Anche se non in locandina, Andrea Parodi è parte integrante di questa giornata e canta la sua mexican Gabriela Y Chava Moreno insieme a Andrea Bettini alla fisarmonica, Paolo Ercoli al dobro, Bocephus King alla chitarra elettrica e Charlie Cinelli alla batteria.
È quindi il momento di Bocephus King (all’anagrafe James Perry) che dal Canada sta facendo in queste settimane una tournée per tutta l’Italia. Insieme ad una instant band di tutto rispetto suona qualche pezzo del suo repertorio e chiama Andrea Parodi a cantare una canzone italiana degli anni ’60 che gli piace molto: Andrea di Fabrizio De Andrè. Una piccola chicca, con steel guitar e fisarmonica. Durante il pomeriggio Andrea fa anche da presentatore conducendo lo show fino all’ultima parte: un ensemble di Angelo Leadbelly Rossi con i There Will Be Blood. The Master & The Kids (cit.) suonano Lost in Mississippi (Angelo Rossi) e Highway 61 (Fred McDowell) con una coda di assoli, crescendo e battiti di mani che una volta per tutte trasmette la verità del RSD.
Per qualche momento ho l’impressione che il pubblico voglia ancora musica, tant’è che davanti agli archi di pietra rimane per qualche minuto buono senza fiatare e con gli occhi sui musicisti: ecco, in quel momento, nella mia modestissima opinione, si è svelata l’importanza di quella cultura e del ruolo che un negozio di dischi riveste per una comunità intera.

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