Recensioni

Grateful Dead, The Very Best Of The Dead – Broadcasting Live

GRATEFUL DEADGRATEFUL DEAD
The Very Best Of The Dead – Broadcasting Live
4CD, Anglo Atlantic Media

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Districarsi nel confuso universo delle registrazioni radiofoniche rese legali, e quindi duplicabili, confezionabili e vendibili anche in assenza di espressa autorizzazione dei management degli artisti, da una legge inglese piuttosto fantasiosa in termini di protezione del diritto d’autore, è ormai una specie di lavoro a tempo pieno. Prendiamo per esempio questo The Very Best Of The Dead – Broadcasting Live, quadruplo CD dedicato a due diverse esibizioni dei Grateful Dead: da un lato, si è grati per l’opportunità di procurarsi due concerti integrali del gruppo a un prezzo quasi irrisorio (sui 30 €) e in una qualità sonora eccellente, dall’altro si resta interdetti di fronte al carattere approssimativo di un’operazione il cui contenuto, strombazzato per esclusivo e/o di difficile reperibilità (Rare Gems From The Vault, grida truffaldina la confezione), inedito non lo è affatto.

Lo show estivo (24 luglio del 1987) allo stadio di Oakland, California, spalmato sui primi due dischi con qualche imprecisione nella scaletta (prima dell’iniziale Jack Straw c’è il riscaldamento di Funiculì Funiculà e Tico-Tico No Fubá, ma sono dettagli da maniaci) e risalente al tour con Bob Dylan da cui sarebbe arrivato Dylan & The Dead (1989), aveva visto la luce nel 2003, come quarto (e ahimè ultimo) DVD della serie View From The Vault pubblicata dalla Grateful Dead Records, e al pari dei precedenti capitoli era uscito simultaneamente anche su CD, mentre la data del 21 giugno 1989 allo Shoreline Amphitheatre di Mountain View, nota agli archivisti della band come Summer Solstice, venne all’epoca trasmessa in televisione, rendendo così assai facile il reperimento di incisioni soundboard.

Detto questo, entrambi i concerti rimangono magnifici nonostante le difficoltà tecniche riscontrabili nell’apertura del secondo, che tuttavia diventa memorabile nella ballatona di una Row Jimmy (seguìta da versioni altrettanto riuscite di Cassidy e Deal) da 10 minuti e s’infiamma quando, dopo una rutilante Scarlet Begonias, Clarence Clemons della E Street Band imbraccia il sassofono per accompagnare il sontuoso country-rock di Hell In A Bucket e non lo molla più (salvo una breve pausa durante il delirio sci-fi dell’improvvisata Space, in mezzo a un medley di quasi un’ora tra Estimated Prophet, Eyes Of The World, Truckin’, The Other One e Morning Dew) fino all’errebì intenso e travolgente di una scoppiettante Turn On Your Lovelight.

Ancora meglio il primo spettacolo, in perfetto equilibrio tra la psichedelia cosmica di Playing In The Band e il paesaggio tradizionalista di una Friend Of The Devil immersa in un coinvolgente ralenti cinematografico, tra il fiammeggiante intreccio di jazz e blues lasciato erompere nella rivisitazione della Dear Mr. Fantasy dei Traffic e il rock and roll esuberante di I Need A Miracle. Tutte e due le serate si presentano robuste, rockiste, elettrizzanti, con la sei corde di Jerry Garcia e la tastiera di Brent Mydland a duellare senza sosta, un Bob Weir intento a impersonare con estrema nonchalance la parte della rockstar, Phil Lesh sbuffante e metronomico al basso, Mickey Hart e Bill Kreutzman gigioni, stellari e divertiti nella loro retrovia percussiva.

Il messaggio dei Dead e il suo libero sovrapporre stili, attitudini e visioni secondo i dettami di uno spirito creativo e surreale che non ha avuto eguali nella musica di tutto il secolo scorso, non smette di affascinare. E anche in The Very Best Of The Dead – Broadcasting Live, al di là di ogni pur giusto appunto filologico, al di là di qualsiasi corretta puntualizzazione, continuerete soprattutto a trovare musica grande e indimenticabile.

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