Recensioni

Gregg Allman, Gregg Allman Live: Back To Macon, GA

allmannGREGG ALLMAN
Gregg Allman Live: Back To Macon, GA
Rounder Universal 2CD /DVD
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Lo scorso anno Gregg ha celebrato la sua musica, registrando un doppio dal vivo con molti ospiti: All My Friends: Celebrating The Songs & Voice of Gregg Allman. Un doppio CD (più DVD), che mostrava uno show superbo, tenutosi qualche mese prima ad Atlanta. Uno show che celebrava anche, in un certo senso, la fine degli Allman e ci faceva vedere che Gregg andava comunque avanti nella sua carriera, come solista. Cosa che ha sempre fatto e che continua a fare. Ed ora, un anno dopo quel disco dal vivo, eccone un altro, sempre live. Ma questa volta non si tratta di una celebrazione, ma di un concerto con la propria band. E anche se ci sono parecchie canzoni in comune, la differenza è sostanziale. Gregg qui suona con la sua band, un combo rock potente ed equilibrato che, se in alcuni momenti può ricordare gli Allman Brothers (le canzoni, ovvio), bisogna dire che il sound è diverso. Ci sono i fiati, che gli Allman non hanno, e una visuale della musica più generalista (una big band alla Ray Charles ma, non fraintendetemi, molto rock comunque).

Gregg si presenta a Macon, casa sua, con una bella band: Scott Sharrard, chitarra, Ron Johnson, basso, Ben Stivers, tastiere, Steve Potts, batteria, Marc Quinones (Allman Brothers Band) percussioni, Jay Collins e Art Edmaiston, sassofono, Dennis Marion, tromba. Una band solida dal suono grintoso, in cui i fiati fanno da base, sopratutto alle soul ballads, mentre i brani blues e rock sono tosti e solidi. Come capita spesso nella ABB, apre Statesboro Blues. Versione vibrante che si apre sugli applausi del pubblico in attesa e che ha sound totalmente Allmaniano, dall’organo (ovvio) alla chitarra di Sharrard. Ma poi i fiati segnano la differenza, avvolgendo la voce del leader con un manto di rugiada soul. I’m No Angel arriva dal periodo solista di Gregg ed è una canzone che il nostro fa sempre nei suoi concerti: un brano bluesy, venato di soul, suonato molto bene, che esce dal seminato della ABB. Queen of Hearts è per contro un solido blues che arriva dal primo disco solista di Gregg, quel Laid Back che, nel 1973, ci aveva annunciato un musicista in grado di fare una sontuosa carriera come solista. Lenta, con l’organo dietro la voce, la chitarra di Sharrard e la ritmica docile che segnano la canzone. I Can’t Be Satisfied, ancora blues, arriva dal repertorio di Muddy Waters. Gregg la suona spesso dal vivo (è sul suo ultimo solo, Low Country Blues), e questa versione non esce dai binari.
These Days, composta dal suo amico Jackson Browne, era uno dei pilastri di Laid Back. Grande ballata, non ha certo bisogno di presentazioni, viene rifatta in modo classico: voce al centro della canzone e solida strumentazione attorno. Ain’t Wastin Time No More è stata la prima canzone che Gregg ha scritto dopo la morte di Duane, suo fratello. Una canzone che è entrata nella leggenda della Allman Brothers Band. Questa versione viene elevata dall’assolo della chitarra di Sharrard (non lo vedrei male in una nuova versione degli Allman, ha il tocco, suona alla grande ed è sciolto e veloce) e dal bel lavoro del sax di Edmaiston.

Trovi l’articolo completo su Buscadero n. 381 / Settembre 2015

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