Recensioni

James Taylor, Before This World

taylorJAMES TAYLOR
Before This World
Concord/Universal
****

James Taylor non faceva un disco nuovo, con canzoni scritte per l’occasione, dal 2002, da October Road. Solo dischi dal vivo, uno natalizio ed una paio di covers, cioè di brani di altri. Era ora di farne uno ma, per farlo, avrebbe dovuto isolarsi dalla vita di ogni giorno: dalla moglie, dai figli, dalla quotidianità. A fatica, due anni fa, è riuscito a staccarsi, ha affittato un appartamento a Newport, nel Rhode Island (non lontano da casa sua, lui abita a Boston) e, in perfetta solitudine, si è messo a scrivere delle canzoni. Non ci ha messo molto e, una volta messi nero su bianco una decina di pezzi, si è spostato ad inciderli in una fattoria di sua proprietà, dove ha costruito uno studio di registrazione. Ci è andato con la sua touring band, con Jimmy Johnson, Steve Gadd, Michael Landau, Larry Goldings, Andrea Zonn, Arnold McCuller, David Lasley e Kate Markowitz ed ha inciso il disco. YoYo Ma e Sting sono tra gli ospiti, mentre le parti vocali sono anche di Kim ed Henry Taylor.

Before This World è un album di ballate, abbastanza influenzate dal folk e dalla musica delle radici: un ritorno a sonorità molto anni settanta. Un disco gentile ed interiore, con una serie di canzoni piacevoli che non chiedono altro che di essere ascoltate. Non è spigoloso, gioca le sue carte su delle melodie ben costruite (c’è anche un tradizionale, Wild Mountain Thyme) e ha diverse canzoni sopra la media. You and I Again, presentata nelle date italiane è una composizione gentile, dedicata alla sua consorte: una ballata spruzzata di folk, con un violino dietro la voce ed un andamento melodico volutamente struggente. Today Today Today, la canzone che apre il disco, è stata messa alla prova anche lei nella date italiane ed è un composizione classica, lenta, melodica, ben costruita. Molto piacevole Angels of Fenway che racconta della miracolosa stagione, il 2004, dei Boston Red Sox (la squadra di baseball di Boston, tra le più popolari in Usa), una composizione che rispecchia il disco che ha mediamente un andamento lento, con la voce del nostro in decisa evidenza, su una serie di canzoni dalla base melodica accentuata anche da arrangiamenti molto gentili. Stretch of The Highway, che ha una piccola sezione fiati dietro la voce, è una road song che fa riferimento addirittura al Presidente Eisenhower, al progetto di una interstate highway negli anni cinquanta. Montana è molto classica, con un uso della voce che ci avvicina ai primi dischi, a Sweet Baby James e Mud Slide Slim and The Blue Horizon. Ben costruita, suonata in punta di dita, ha dalla sua una melodia vincente, tipicamente tayloriana.

Watchin Over Me, più mossa, riguarda un problema personale: ma la canzone è fluida e sciolta, con una parte centrale molto folk, con il violino in primo piano. Snow Time riguarda l’inverno, che dalle parti di Boston è sempre molto importante, con nevicate giganti. Molto bella la canzone che dà il titolo al disco, Before This World, unita in medley con la folk song Jolly Springtime, che valorizza ulteriormente il brano. Inizio lento, molto anni settanta, James accarezzato da una leggerissima sezione d’archi, con delle voci che lo accompagnano in modo gentile. Poi la canzone si apre e diventa Jolly Springtime, una folk song classica, bella, intensa, anche struggente, tutta giocata su una strumentazione parca (molto bello l’uso del violino) e sull’uso splendido delle voci. E’ il James Taylor migliore, quello che non sentivamo da anni. Jolly Springtime sprizza allegria, vita, gioia e ci riporta in mente le ballate di quaranta e più anni fa. For Afghanistan è una riflessione sull’attualità, attraverso una canzone ancora profonda e personale che ha una impronta folkie ed una strumentazione leggera e mai ridondante.

Chiude la rilettura di Wild Mountain Thyme, ballata irlandese composta negli anni cinquanta da Francis McPeake e conosciuta anche come Purple Heather. Una canzone gentile, che trae le sue origini da una ballata tradizionale del settecento, intitolata The Braes of Balquhither. Taylor la rilegge in modo sobrio, con la voce in primo piano e dietro una serie di strumenti appena accennati, piano e violino in primo luogo, che danno alla canzone un sapore molto tradizionale. Before This World è un bel disco, una dimostrazione di maturità, di voglia di fare ancora bella musica. D’altronde James Taylor, anche nelle date italiane, ha mostrato di avere grande rispetto per il suo pubblico.

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