Recensioni

Jerry Garcia Band, On Broadway: Act One – October 28th, 1987

garcia bandJERRY GARCIA BAND
Broadway Act One October 28, 1987
ATO/Round 3 CD
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Dopo cinque volumi, presi da varie date della carriera solista di Jerry Garcia, ecco il primo che riguarda un fatto epocale, 13 serate nel teatro Lunt-Fontanne di New York. Un teatro di Broadway che, da quella data, è stato definito Garcia residence. Jerry ha portato la sua band, ma anche quella acustica, per un tour de force fuori dalla norma. Tre concerti al giorno, un matineè e due serali. Due concerti acustici ed uno elettrico. La band acustica non è esistita per molto tempo e questi concerti del Lunt-Fontanne sono una testimonianza di basilare importanza.

Jerry si presenta sul palco con la band acustica: Garcia, John Kahn (basso), David Kemper (batteria), Kenny Kosek (violino), David Nelson (voce e chitarra), Sandy Rothman (voce, mandolino, banjo e dobro). La band elettrica ha la stessa sezione ritmica (Kahn e Kemper) ma aggiunge Melvin Seals alle tastiere, Gloria Jones e Jaclyn Labranch alle voci. Quello acustico e quello elettrico sono due concerti radicalmente diversi. Quello acustico, che ha un suono splendido, passa dal folk alla old time music, al bluegrass, alla mountain music. Garcia rilegge brani tradizionali, canzoni riportate da Mississippi John Hurt, composizioni degli Stanley Brothers (Ralph Stanley), di Riley Puckett (il classico Ragged But Right), Mel Tillis e Webb Pierce, Tex Logan, Charlie Monroe (fratello di Bill), Jimmie Rodgers ed altri. Ci sono classici come Blue Yodel n 9, Casey Jones, I’m Troubled, Diamond Joe, Bright Morning Stars, Rosa Lee McFall, Oh Babe Ain’t No Lie, Deep Elem Blues. Ci sono alcuni brani che abbiamo sentito anche coi Dead. Il suono è assolutamente brillante, la performance pura e adamantina. La tradizione viene riletta in maniera rigorosa, ma con una ricchezza di suono veramente notevole.

La parte elettrica invece presenta ben tre canzoni di Dylan: una straordinaria Forever Young, una lunga Knockin’ on Heaven’s Door (non mi piace l’assolo centrale di sintetizzatore di Melvin Seals), una toccante Tangled Up In Blue. Poi c’è Gomorrah, eseguita molto di rado, e le più comuni How Sweet it Is, splendida, Stop That Train, brillante, Run For The Roses, normale, My Sisters and Brothers, trionfale. La bellezza del suono, sia acustico che elettrico, è impressionante (Garcia era solito registrarsi ogni sera, in qualunque formazione, Dead compresi).

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