Recensioni

Artisti Vari, Get Ready Fo The Countdown: Mod, Brit, Soul, R&B & Freakbeat Nuggets

ARTISTI VARI
Get Ready For The Countdown: Mod, Brit Soul, R&B & Freakbeat Nuggets
3CD, Strawberry / Cherry Red
***½

Rivisitazione, in 86 canzoni, del mondo musicale inglese non-pop e non-rock dei Sessanta, Get Ready For The Countdown si colloca in sequenza a due precedenti cofanetti Strawberry, Halcion Days (2020) e I Love To See You Strut (2022), entrambi dedicati al mondo mod. Questa raccolta allarga il campo d’ascolto, partendo dal R&B britannico di Graham Bond Organizatione David John & The Mood (con la Pretty Thing resa celebre da Bo Diddley) e includendo anche veri mod come gli Small Faces e gli esponenti – Creation, Action, Mike Wade, Jon & Jeannine e molti altri – del cosiddetto freakbeat.

Ma la situazione è più variegata di quanto sembri di primo acchito, perché accanto al torrido errebì dei Betterdays (ragione sociale desunta da una canzone di Sonny Terry & Brownie McGhee) appaiono un’altra cover di Diddley (You Don’t Love Me (You Don’t Care) dei Classics), una spettacolare Bye Bye Bird dei primi Moody Blues del ‘65 (ancora in versione blues, con Danny Laine al microfono), un gruppo sconosciuto (rimasto letteralmente senza nome) alle prese con l’affascinante strumentale per sax e organo di Night Train. Oppure, il grande Alexis Korner, intento a suonare per il cantante soul Ronnie Jones (americano), il giamaicano Laurel Aitken con il suo inedito soul-ska, i graffianti Sorrows di una bella Hoochie Coochie Man. Una teoria di brani, con armoniche sempre in evidenza, che passa dal blues al R&B made in USA (fonte di ispirazione per l’ondata mod).

Il secondo CD si apre con Small Faces, Creation, Artwoods (del fratello di Ronnie Wood, Art, e l’organista Jon Lord, futuro Deep Purple), il primo Mike Patto solista, i bravi Cryin’ Shames e gli sconosciuti Birds Of Prey. Vengono riscoperti dopo mezzo secolo i My Generation e i Riot Squad rispondono all’appello con un delizioso strumentale inedito (Outrage). Più famosi i Tomcats, con una quasi psichedelica For Your Love (ormai siamo nel 1966), meno gli sfortunati Mirage.

Nel terzo CD, ecco i primi passi solisti di Don Fardon (cantante dei Sorrows) con una Treat Her Right assai mod, ma anche il rock’n’roll pianistico di Dorian Gray, i John’s Children in cui militò Marc Bolan, i Plastic Penny tra Move e Who, la recentemente riscoperta Elmer Gantry’s Velvet Opera, il mod-soul degli Alan Bown, Alex Harvey ancora solista con una spettacolare Curtains For My Baby (St. James Infirmary). Del tutto inusuale il trio vocale delle Chantelles, anche se il box si chiude con l’immarcescibile Spencer Davis Group (già orfano di Steve Winwood) della lunga, jazzata Alec In Transitland del 1968.

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