Recensioni

Billie Holiday, Lady in Satin – The Centennial Edition

holidayBILLIE HOLIDAY
Lady in Satin – The Centennial Edition
Columbia/Legacy
***/****

Non accolto molto bene all’epoca della sua pubblicazione, comunque trascurato, quando non denigrato da gran parte della critica, questo album del ‘58 è ora forse il più popolare e “riconosciuto” anche dai meno affezionati all’arte di Lady Day. Nello speciale a lei dedicato nel n. di Aprile, abbiamo accennato alle difficoltà avute durante le session, fino a portare all’esasperazione Ray Ellis (e i suoi musicisti), direttore d’orchestra e arrangiatore, il quale rilascerà pesanti dichiarazioni nei suoi confronti, in parte riportate nel booklet di 34 pagine, ricco di dati e foto anche rare (tra le quali alcune in studio con Ellis, una splendida con Coleman Hawkins, una a un tavolo con Miles Davis).

Copertina e retro riproducono l’originale, con le note di Irving Townsend, il produttore del 33 giri. Parto sofferto quindi (basterebbe ascoltare i drammatici minuti del suo ripasso del testo di The End of A Love Affair…), che consegna un prodotto in cui indubbiamente, la voce “sgretolata” – resa ruvida dal tempo che, complice lei stessa, ha corso più veloce che per altri –, pur con qualche cedimento di tenuta, risalta in espressività e comunicativa (dovessimo giudicare solo l’interpretazione, terra-terra, vale emotivamente almeno quattro stelle), nel “contrasto” creato dal velluto degli archi e di qualche coro. Uno sfondo-sostegno, a tratti invasivo, che tende a rendere “uniforme” il tutto (come se non ci fosse soluzione di continuità da una canzone all’altra) ma che, un po’ “paradossalmente”, ne mette in rilievo il feeling, il tasso interpretativo-evocativo: il peso specifico delle parole e dei significati di alcuni brani. Tra questi, in particolare proprio The End of A Love Affair– che al tempo non fu incluso nell’album (!) –, nelle diverse takes (anche master, true-stereo e mono…), ma ancor più il gioiellino “torch” I’m a Fool to Want You (nel referendum dei nostri lettori è al 2° posto delle preferenze), di cui Frank Sinatra oltre ad essere co-compositore, ne è stato impeccabile interprete nel ’51. E poi For All We Know, You’ve Changed, I’ll Be Around, con i “ma” di cui sopra.

Sul “Disc One”, questa raffinata edizione di 3CD (box di formato 20×20 cm.) comprende l’edizione originale, più vari bonus (tra cui i master di cui sopra) e soprattutto l’imperdibile session di prova per la storica esibizione televisiva di “Sound of Jazz” (pubblicata in un vecchio box): Fine and Mellow, con formazione diversa da quella del noto video, rispetto al quale, tra gli altri, non è presente il baritonista Gerry Mulligan. Con gli altri due dischetti vi potete divertire a confrontare le numerose takes uscite dalle diverse session del 18, 19 e 20 febbraio del ’58.
(N.B. Nelle note del libretto: errore – di stampa, si suppone – che riguarda l’anno di quelle session, indicato come 1959…). E’ chiaro. Chi scrive è tra quelli che, anche dopo tanti anni, pensa che la dose zuccherina degli arrangiamenti, che caratterizza quasi tutti i brani, sia eccessiva, solo a tratti in stimolante ed “esaltante” contrasto con la voce magnificamente drammatica della Holiday, ma in buona parte oltre misura (con l’ulteriore “dolcificante” del coretto). Ecco spiegata la doppia “valutazione stellare”: qualità musicale d’insieme/qualità del prodotto.

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