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Love, Hope, Strength: in ricordo di Mike Peters 1959-2025

Lo scorso 28 aprile è scomparso Mike Peters, cantante e leader degli Alarm: una vita difficile, la sua, ma affrontata con «amore, speranza e forza», per trent’anni vissuta a braccetto con una terribile malattia, in un esempio straordinario di resilienza alle avversità. La strana e toccante storia di Peters è quella di chi, ammalatosi nel 1995, più che per la sua musica è diventato famoso per la sensibilizzazione pubblica riguardo, causa per la quale non ha mai smesso di raccogliere fondi destinati alla ricerca e alla cura.

Gallese della costa nordoccidentale, il suo paese ed il Regno Unito tutto gli hanno riconosciuto, da anni, lo status di figura rilevante per impegno sociale e dimensione etica e morale; una condizione comunque amplificata da una carriera artistica in cui il nostro ha conosciuto il successo, per quanto breve, su entrambe le sponde dell’oceano.

Dopo i soliti, lunghi anni di gavetta, e molto prima di incidere il disco d’esordio, gli Alarm di Mike Peters (voce, chitarra acustica, armonica) e Dave Sharp (chitarre e backing vocalist), tra l’altro i principali compositori di tutto il materiale del gruppo, furono notati dall’entourage degli U2. Siamo nel 1981, e l’apprezzamento di Bono Vox e soci significherà trovarsi, spesso, nel ruolo di opening act del famoso gruppo irlandese. Per un debutto discografico vero e proprio, si dovranno attendere due anni, ma il gruppo, data la crescente popolarità dei suoi padrini, vi arriverà forte di un seguito già numeroso.

Sarà, quindi, un EP omonimo, composto da cinque brani (tra essi, la celebre Strand), a lanciarli nell’olimpo dei nomi più conosciuti in quegli anni di post-punk, new wave e quant’altre etichette si è stati capaci di affibbiare al periodo di cui si parla. Gli Alarm facevano un rock genuino, fresco, dall’innata predisposizione innodica: e cioè, brani semplici ma trascinanti, cantati a più voci, che riprendevano lo stile di Joe Strummer e dei Clash, nonché degli stessi U2 (invero non poco somiglianti), seminando tracce di Bob Dylan affinché la proposta complessiva — non sempre originalissima, di sicuro onesta — risultasse più intrigante ed efficace.

I testi di Peters si sono sempre distinti per la loro intelligenza e sensibilità verso i tempi a loro contemporanei. Il successo, in patria e non solo, arrivò con il primo album «lungo», Declaration (1984): per chi scrive, il loro lavoro migliore, quello dove le influenze suddetto disegnarono dieci canzoni in grado di lasciare il segno (sarebbero da citare tutte, ma ci limiteremo a ricordare Sixty Eight Guns, il loro brano più famoso, e ancora Blaze Of Glory e Shout To The Devil). Valido, ma in retrospettiva un po’ meno coinvolgente e più calcolato, anche il successivo Strength, che ne confermerà successo e fama.

Nel suo proseguimento, la sigla, almeno artisticamente, tenderà a opacizzarsi benché nelle pieghe dei successivi Eye Of The Hurricane (uscito nel 1987 con la bella Rain In The Summertime), fino a Change (’89) e Raw (’91), si possano ancora trovare gli spunti freschi e trascinanti degli inizi.

E sarà proprio nel 1991, durante un concerto casalingo, che Mike Peters annuncerà live la sua uscita dal gruppo, lasciando band e pubblico di stucco. La sua carriera continuerà con alcuni lavori solisti e, a fine ’90, quella dei «nuovi Alarm», diventati nel frattempo Alarm MM++.

E mentre i riflettori della fama tendono a spegnersi, sulla sua figura e quella del gruppo, Peters riceve un primo, allarmante segnale sul suo stato di salute. Nel 1995 è il sangue a tradirlo e da lì in poi, per i successivi trent’anni sino alla dolorosa dipartita di alcuni giorni fa, continuerà a combattere con una malattia che gioca crudelmente a nascondino negli anni, trasformandosi di volta in volta in qualcosa di più difficile da estirpare. Ma lui non si perde d’animo e organizza cose davvero straordinarie per farsi paladino sulla presa di coscienza e sensibilità nei confronti delle malattie del sangue, molto più trasversali di altre per quanto concerne l’anagrafe di chi ne è colpito.

Nel 2005 sarà ideatore e fondatore di Love Hope Strength e si getterà in seguito nell’impresa, riuscita, di tenere un concerto su una base dell’Himalaya, ad altissima quota, per raccogliere fondi per la cura del cancro. Ad accompagnarlo, tra gli altri, membri degli Stray Cats e degli Squeeze. La stessa Foundation promuoverà alcuni anni dopo un film, More To Live For, per sensibilizzare sulla donazione del midollo osseo. Ciao Mike, sei stato un esempio a prescindere dalla tua musica: un vero rock’n’roll hero

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