Interviste

Steve Rothery: intervista al chitarrista dei Marillion

Stve Rothery_liveITALY IS A VERY SPECIAL PLACE FOR US : intervista al chitarrista dei Marillion STEVE ROTHERY

Ho avuto il piacere di intervistare Steve Rothery, il chitarrista dei Marillion, unico membro della formazione originaria della famosa band della seconda wave di Prog Inglese, che tanto successo e stima ha ancora presso i suoi molti fans in Italia, in occasione dell’imminente, unico concerto Italiano della Steve Rothery Band. La Steve Rothery Band (SRB) – Steve Rothery alle chitarre, Dave Foster alla chitarra, Yatim Halimi al basso, Leon Parr alla batteria, Riccardo Romano alle tastiere e Martin Jakubski al canto – terrà il 13 Marzo il suo concerto finale del Tour mondiale presso il Teatro Dal Verme di Milano e nel corso del concerto verranno presentati parecchi brani dei Marillion: in scaletta ci saranno brani da Misplaced Childhood, l’indimenticato capolavoro dei Marillion del 1985, oltre che da altri dischi della loro lunga carriera, oltre a brani della SRB, tratti dal loro album The Ghosts Of Pripyat.
Ecco la nostra Intervista.

Puoi dirmi qualcosa in merito al Tour della tua SRB, durante il quale eseguite anche parecchie canzoni dei Marillion?
A causa del fatto che abbiamo pubblicato solo un album suono anche molte canzoni vecchie dei Marillion nella seconda parte dei concerti. Sono stato il principale compositore musicale di quel materiale e poiché lo suoniamo ancora con i Marillion, penso che sia piacevole per i fans ascoltare ancora canzoni come : Fugazi, Incubus e The Last Straw. È davvero una celebrazione dei miei 39 anni di carriera nei Marillion.

Ti consideri come in vacanza dalle tue attività con I Marillion?
Si, è come andare in vacanza con i tuoi migliori amici piuttosto che un lavoro. Ho appena terminato un concerto ad Ashafenburg in Germania che è il settimo consecutivo, non ci sono molte giovani bands in grado di gestire una cosa del genere.

Quando hai deciso di suonare la chitarra e perché?
Avevo 15 anni quando ho cominciato a suonare. Dopo aver ascoltato Wish You Were Here dei Pink Floyd, decisi che quello sarebbe stato ciò che volevo fare nella mia vita. Ho lasciato la scuola a 16 anni ed ho suonato la chitarra per un anno per tutti i giorni. Ho raggiunto i Marillion a 19 anni.

Quali erano I tuoi chitarristi preferiti allora e quali quelli che preferisci ora?
Le mie prime influenze erano Steve Hackett, Dave Gilmour e Andy Latimer (dei Camel), ma ho amato anche Hendrix, Santana, Jeff Beck, Jimmy Page e il primo Van Halen.

Sei in contatto con altri chitarristi?
Siamo buoni amici con Steve Hackett e Steve Wilson e ci incontriamo regolarmente per andare fuori a cena.

A proposito di Wilson, che mi dici del lavoro che sta facendo nella rimasterizzazione dei vostri albums? Ho incontrato Wilson poco tempo fa, ammiro il suo lavoro. E’ anche lui fan dei Marillion?
Penso che Steven sia un fan della Musica “tout court”, così approccia il mixing e il mastering della nostra musica in un modo che definirei reverenziale.

Nel tuo disco Ghosts Of Pripyat tu hai suonato sia con Wilson che Hackett, come è stato?
E’ stato grande suonare con loro due. Attualmente sto scrivendo alcuni brani con Steve Hackett per un disco che dovremmo registrare insieme.

Tu hai uno stile chitarristico peculiare e riconoscibile, come lo definiresti?
È in parte il risultato delle mie principali influenze, l’approccio melodico, di atmosfera dei miei eroi ed in parte, forse perché sono cresciuto a Whitney, una piccola città che vive di attività peschereccia nel Nord-Est dell’U.K. , è intriso di cultura folk. Cerco di non suonare cose ovvie e il mio stile vira verso il “pending” e il “vibrato”, cercando di proiettare emozioni piuttosto che andare verso la velocità di esecuzione e la tecnica.

Mi puoi raccontare qualcosa di peculiare della tua lunga storia con i Marillion? Siete sempre amici?
Nei primi giorni della band, Punk e New Wave avevano già terminato la loro epoca e c’era una nuova generazione di fans musicali che cercavano qualcosa di nuovo ed eccitante che potessero definire come il loro stile musicale. Noi siamo diventati proprio quella band che cercava un mucchio di gente. Ci sono così tante incredibili memorie degli ultimi 39 anni! Una delle più vivide è la prima volta che suonammo in Brasile, nel 1990, come “special guests” di Bon Jovi all’Hollywood Rocks Festival. Noi salimmo sul palco a San Paolo non sapendo se il pubblico avesse mai ascoltato la nostra musica e fummo gratificati da un boato potente dalla folla e da decine di migliaia di persone che muovevano in aria i loro accendini! I tempi difficili vennero quando la EMI ci tolse il contratto dopo l’album Afraid Of Sunlight e fummo costretti a firmare con una piccola label indipendente. Tra i membri della band ora non socializziamo tanto ed il motivo è dovuto al fatto che passiamo insieme già così tanto tempo che sarebbe strano se ci frequentassimo ulteriormente!

Cosa provi ad essere ancora “alive & well” sulla scena dopo oltre 30 anni?copertina disco MISPLACED CHILDHOOD
Sono felice di star facendo ancora ciò dopo tutto questo tempo! L’alchimia musicale che c’è nella band è forte come sempre, come si può vedere dal successo del nostro ultimo album FEAR.

A proposito di FEAR (Fuck Everyone And Run),come mai questo titolo?
Ne abbiamo dibattuto a lungo al nostro interno. Non è stato usato per fare sensazione, bensì per fare una dichiarazione sul triste stato in cui si trova la maggior parte dell’umanità.

Quali sono le differenze tra Fish e Hogarth? Segnano due ere differenti dei Marillion? Sei sempre in contatto con Fish?
Fish era un paroliere che cantava sulla musica che noi componevamo, Steve Hogarth è un musicista, ma anche un songwriter, così il risultato è talvolta più allineato alla musica. Penso comunque che nei Marillion c’è sempre lo stesso cuore musicale in ogni loro era. Per quanto riguarda Fish abbiamo lavorato insieme sui documentari per i Warner remasters degli album EMI e siamo andati recentemente insieme a Berlino per un documentario sugli Hansa Studios.

Qual’e’ il tuo album preferito dei Marillion?
Probabilmente Afraid Of Sunlight, anche se è difficile fare la scelta!

Che mi dici di Misplaced Childhood e della canzone Kayleigh, ivi contenuta?
Il ricordo più vivo è stato il ritorno dal Tour con un aereo privato, un Lear Jet, per suonare allo show della TV allo spettacolo Top Of The Pops perché Kayleigh era in testa alle Charts U.K.

Per quanto riguarda invece Marillion.com; penso che voi siete stati la prima rock-band a capire intelligentemente le possibilità offerte dalla nuova web-culture, è vero?
Siamo diventati coscienti del potenziale di Internet molto presto, quando un fan USA iniziò una operazione di crowdfunding per portare la band in USA nel 1997. Questo era ancora prima del “world wide web” e fu fatto attraverso the Freaks Message Board. Al giorno d’oggi Internet è una spada a due lame. Le vendite dei CD sono solo una frazione di quello che erano a causa dei servizi di streaming, ma Internet ha creato una comunità globale di fans.

Mi puoi indicare I 5 Dischi per la Desert Island?
Pink Floyd – Wish You Were Here
Joni Mitchell – Court And Spark
Camel – The Snow Goose
Sufjan Stevens – Carrie and Lowell
Alt-J – The Perfect Wave

Che ne pensi dei fans italiani?
Ho molti grandi amici in Italia. La passione dei nostri fans per la nostra musica è incredibile e l’Italia è un posto speciale per noi.

Passando al futuro, cosa stai programmando?
A breve uscirà il CD/DVD dei Marillion The Royal Academy Concert! E’ di gran lunga la miglior performance della band che io abbia mai visto. È proprio magico. Sto lavorando ad un altro disco con la SRB ed ad un album che ha per tema lo Spazio (inoltre stiamo per cominciare a lavorare al prossimo album dei Marillion).

Un ringraziamento a Steve che si è mostrato davvero gentile e disponibile, come sono solo i grandi artisti che capiscono la passione dei loro fans.

Il concerto di Milano sarà diviso in due parti, vista anche la notevole durata, e permetterà all’ascoltatore di entrare profondamente nelle emozioni espresse dalla musica.

Steve Rothery Band
Martedì 13 Marzo I Milano I 21:00
@Teatro Dal Verme (via San Giovanni sul Muro, 2)

Prezzi (diritti di prevendita già inclusi):
Platea fan: 46 €
Platea: 35 €
Balconata: 28,75 €
Biglietti in prevendita su Ticketone e nei punti vendita del relativo circuito.

 

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