Foto © Lino Brunetti

In Concert

The Bug Club live a Milano, 9/5/2025

E così, in una settimana stracolma di concerti, tanto che nella stessa sera, quella del 9 maggio, a Milano e dintorni suonano anche Karate, Motorpsycho e Blood Incantation, finisce che puntare su una band giovane e fresca, sia ancora la scelta più saggia, perché in definitiva, dovessi indicare il concerto al quale mi sono divertito e ho goduto di più della settimana, proprio quello dei Bug Club segnalerei.

In un Arci Bellezza, nonostante le sovrapposizioni di eventi, comunque bello pieno, la band di Glasgow, pur senza inventare nulla, o magari anche per questo, ci ha ricordato per la milionesima volta perché il rock’n’roll sia la musica più eccitante che ci sia.

Prima di loro, on stage salgono i milanesi swan•seas, quartetto autore di un brillante esordio uscito l’anno scorso che, per una mezz’ora circa, offre il proprio guitar pop debitore in equal misura delle scorribande nineties di band come i Sonic Youth, così come di una classicità rock che, soprattutto dal vivo, sembra andare ancora più indietro nel tempo, alla solidità elettrica e ronzante dei bassifondi americani anni 80. Bravi.

The Bug Club sono gallesi, di Caldicot, nel Monmouthshire. A dar retta a ciò che scrive Wikipedia, quando iniziarono nel 2016 come trio formato dai fratelli Sam e Ross Willmett e da Tilly Harris, suonavano blues, ma al momento dell’esordio con il loro primo singolo, nel 2021, erano già passati al garage punk e all’indie rock che di fatto suonano oggi, cambiamento probabilmente consolidato dall’abbandono di Ross e dalla sempre crescente intesa tra Sam e Tilly, cosa evidentissima anche su palco. Da allora hanno pubblicato quattro album – contando quello in uscita il mese prossimo su Sub Pop, Very Human Features – svariati singoli ed EP e un ulteriore disco dal vivo intestato ai Mr Anyway’s Holey Spirits, mostrando una prolificità incontenibile.

Come incontenibile è l’energia e la positività che riversano sul pubblico quando, senza tante cerimonie, iniziano a suonare, esaltando, per un’ora e mezza filata, come pochissime cose viste ultimamente. Gli ingredienti di questo successo? Canzoni che sono al contempo melodiche e ficcanti, in bilico tra garage, punk e rock’n’roll, capace di rallentare in qualche opportuna ballata o di colpirti con un bubblegum pop appiccicoso e pervasivo. E poi l’atteggiamento tenuto per tutta la performance: si vede chiaramente che si divertono come matti a suonare, i sorrisi e le risate fra loro si sprecano e tutto ciò diventa automaticamente contagioso.

Con loro, dietro ai tamburi, bravissimo tra l’altro, Tom Rees dei Buzzard Buzzard Buzzard, che è anche il loro produttore. Sam Wilmett è una macchina da riff e gestisce con buona mano anche una notevole sequenza di stringati assolo. Ma la vera forza della natura è Tilly Harris, un folletto pieno d’energia che non sta ferma un attimo, urla, salta, guida le melodie in sincrono con Sam e furoreggia sul suo basso.

In 90 minuti hanno sparato a tutta velocità 25 canzoni tratte da un po’ tutti gli album, compreso quello che sta per uscire, facendosi letteralmente capitolare. Musica senza controindicazioni, capace solo di fare del bene al cuore e lo spirito. Non perdeteveli se passano dalle vostre parti.

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