Foto © Lino Brunetti

In Concert

Billy Nomates live a Segrate (MI), 27/3/2023

Per fortuna, almeno la musica riesce ancora a salvare delle vite. Quella di Tor Maries ad esempio, la figlia di un insegnante di musica di un istituto comprensivo di provincia, la cui vita viene stravolta da un concerto degli Sleaford Mods a Southampton. Siamo negli anni precedenti alla pandemia e Tor sta passando un brutto periodo: soffre di depressione, ha un lavoro di merda, niente soldi e nessuna seria prospettiva di miglioramento. Al concerto è in transenna da sola, qualcuno la nota e l’apostrofa urlando “Hey, è Billy No-Mates”, termine gergale che in inglese sta ad indicare una persona senza amici. Anziché abbattersi ulteriormente, la ragazza reagisce e, anche per via della “brutale onestà” (parole sue) della musica degli Sleaford Mods, che le indica la via, una volta tornata a casa, fa suo lo pseudonimo Billy Nomates e si mette seriamente a fare musica, stavolta nel modo più onesto e diretto possibile.

Del resto la musica, anche grazie al padre, è sempre stata una grande passione e una parte importante della sua vita, qualche strumento lo sa suonare e in passato ha fatto parte di alcune band che però non sono arrivate da nessuna parte. A casa, da sola, le basta Garage Band e qualche altro software da quattro soldi per mettere assieme un pugno di canzoni che, anche grazie alla sponsorizzazione dello stesso Jason Williamson, finiscono su un disco omonimo, pubblicato nientemeno che dalla Invada di Geoff Barrow dei Portishead (che produce), così da farla finire fin da subito tra i nomi freschi da seguire. Il nuovo CACTI, poi, uscito in questi primi mesi dell’anno, ne rilancia ulteriormente le quotazioni, mostrandocela ancora più personale, varia ed efficace.

E arriviamo così alla sera del 27 marzo, quando Tor è passata dal Magnolia di Segrate per quella che era la seconda data del suo tour italiano. Personalmente m’era già capitato di vederla in concerto, all’End Of The Road del 2021, e quindi sapevo già cosa aspettarmi, ma forse un minimo spiazzamento nel vedere il palco spoglio, senza strumenti, qualcuno può averlo provato. Come gli Sleaford Mods, infatti, anche Billy Nomates canta su delle basi, non c’è di fatto nessuna band a suonare alle sue spalle. Sulla carta è una di quelle cose che fanno istantaneamente storcere il naso e pensare al peggio, ma, così come accade per il duo di Nottingham, nella realtà le cose vanno diversamente.

A dire il vero, a inizio concerto uno strumento c’è, una chitarra acustica. Billy la imbraccia per il primo pezzo in scaletta, la splendida Fawner, che in effetti è una ballata acustica anche su disco, un grande brano sulla difficoltà a relazionarsi con gli altri. Terminata quella, però, viene portata via assieme all’asta del microfono e sul palco rimane giusto un piatto, che verrà percosso più avanti durante la clamorosa Roundabout Sadness, altro pezzo su cui punterei se fossi uno che vuole farsi un’idea della bravura di Maries nello scrivere canzoni.

Una cosa, quest’ultima, che rimane evidente anche nel resto del concerto, dove però, come si diceva, la parte musicale è tutta affidata alle basi, in bilico tra electro pop, grinta indie punk e feeling hip hop. Solo che qui entra in campo la stessa Billy Nomates, che sul palco è una vera e propria forza della natura e fa dimenticare dopo mezzo secondo il fatto che non ci sia una band a suonare con lei.

Ha un energia che pare inesauribile, non si ferma un attimo, balla e salta come un’ossessa, senza che la sua bella e personale voce ne risenta o venga incrinata. Insomma, da sola sopperisce alla mancanza del resto con la forza di una performance viscerale e onesta, molto, molto fisica. Roba dal forte impatto, che si concretizza inoltre in una serie di brani killer che si susseguono uno via l’altro  senza pause e senza che il pubblico, così come lei stessa, possa tirare il fiato.

Non è insomma un bluff Billy Nomates, anche se per capirlo, probabilmente, sarebbe bastato ascoltarne i dischi. Cosa che chiaramente vi invito a fare.

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