In Concert

C’mon Tigre live a Milano, 21/2/2024

A supporto della pubblicazione del loro quarto album, il nuovamente ottimo Habitat, i C’mon Tigre si rimettono on the road per portare dal vivo la loro musica in giro per l’Italia. L’inaugurazione del tour, al TPO di Bologna, era andata benissimo, con un meritato sold out e, quindi, è abbastanza bizzarro arrivare al Santeria Toscana 31 di Milano e trovarlo praticamente semi vuoto, quando non manca poi tantissimo all’orario d’inizio annunciato del concerto. È però solo l’abitudine inscalfibile dei milanesi ad arrivare all’ultimo secondo, perché, alla fine, se non siamo arrivati al sold out pure qui, davvero pochissimo ci è mancato.

Cosa buona e giusta, perché i C’mon Tigre sono sempre stati un’ottima live band e, stavolta, mi sono sembrati ancora più efficaci ed esaltanti del solito, di certo al livello delle migliori espressioni jazz contaminate internazionali. Il merito è, probabilmente, non solo dell’affiatamento consolidatosi nel tempo fra i musicisti, ma anche del repertorio più recente che, come si diceva in sede di recensione, al fascino cinematico di sempre, aggiunge una più marcata propensione a servirsi del formato canzone, di rado in passato utilizzato in maniera così comunicativa, se non addirittura pop.

A fare come sempre la differenza, poi, il fatto che i due C’mon Tigre si fanno accompagnare sempre da musicisti di peso della scena jazz nazionale e, nella fattispecie, Pasquale Mirra allo xilofono, Beppe Scardino al sax baritono e al flauto, Tiziano Bianchi a tromba e corno francese e un notevolissimo Marco Frattini alla batteria. Verrebbe da dire che, con una band simile alle spalle, sia facile per i due, che si dividono fra voce, chitarra, basso, tastiere, percussioni ed electronics, raggiungere l’eccellenza, ma alla fine, se questo accade, è anche per i pezzi che hanno in mano.

Abbastanza naturale che la scaletta si concentri soprattutto sull’ultimo disco, eseguito per intero, quello che di fatto sono in giro a presentare. L’inizio del concerto è praticamente lo stesso dell’album, con Goodbye Reality, The Botanist e Teen Age Kingdom a sfilare una via l’altra, con l’ulteriore aggiunta di Odiame a dipingere un quadro fatto di di electro-jazz dagli echi folklorici, imbevuti di Sudamerica e Africa.

Un piccolo ritorno al passato avviene con le belle Supernatural e Kids Are Electric, due estratti da Scenario (l’unico disco del passato preso in considerazione, più avanti con belle versioni di Burning Down, La Mer Et L’Amour, e poi nel bis Sleeping Beauties e Twist In The Shape) prima di ricominciare a scandagliare il nuovo lavoro con pezzi come Na Dança Das Flores e Keep Watching Me

Come si diceva, particolarmente esaltante è apparso l’interplay tra i musicisti, con un Mirra al solito clamoroso quando si lascia andare in assoli sul suo strumento, uno Scardino che si conferma tra i sassofonisti migliori in circolazione e un Frattini sia fantasioso, che potente quando serve, dietro ai tamburi. In Sento Un Morso Dolce, la parte vocale che su disco era di Giovanni Truppi, viene presa autorevolmente in mano dalla band e il pezzo diventa una divertente digressione, che poi apre il campo alle ultime esotiche pennellate musicali.

Peccato solo che non abbiano fatto, come a Bologna, un secondo bis con la storica, sempre amatissima Federation Tunisienne de Football, ma c’è da dire che il pubblico milanese non è che si sia fatto sentire più di tanto per richiamarli sul palco. Poco male, gran concerto lo stesso!

Questo mese

The Junior Bonner Playlist

Backstreets Of Buscadero

Facebook

TOM PETTY

ADMR Rock Web Radio

Rock Party Show Radio

The Blues Podcast