Recensioni

Mary Cutrufello, Faithless World

cutrufello-faithless worldMARY CUTRUFELLO
Faithless World  
Appaloosa
***½

Lo scalpore che  accompagnò il suo debutto nel mondo discografico, prima un album autoprodotto e poi nel 1998 When The Night Is Through per la Mercury, con gli anni si è dissolto quasi completamente relegando la tenace cantante e autrice di Houston (ma cresciuta  nel Connecticut) al circuito marginale dei piccoli club e bar. In Italia c’è venuta parecchie volte Mary Cutrufello e chi l’ha  vista dal vivo sa che se il clamore è svanito, questo non si può  dire della sua grinta e delle sua onestà artistica.
Faithless World sembra quasi una ripartenza per una cantautrice rock che da giovane ha idolatrato Springsteen e col tempo si è costruita una sua personalità tra songwriting rock e radici. Brava nello scrivere, la Appaloosa nella persona di Cesare Carugi offre la possibilità di leggere i testi del disco tradotti in italiano, Mary Cutrufello ha dalla sua una voce rauca e grintosa che si adatta al suo rock arrembante e alle sue storie disperate, ne è esempio l’inizio del disco con Cold River e Promise Into Darkness, due brani che avrebbero fatto la felicità di tutti quelli che sull’onda di Darkness e The River si sono messi ad imitare il Boss.
Non si sottrae la Cutrufello a quella voglia di essere una santa in città con la chitarra elettrica, anche se il fatto di essere donna evoca forse più la Carolyne Mas dell’era newyorchese che il Boss. Cutrufello ha dalla sua una verve ruvida e texana che affiora in tutto Faithless World. Basta arrivare al terzo brano, Lonesome and The Wine, una storia di solitudine e tradimento in un fugace incontro nel bar di un hotel, per accorgersi che tra gli amori della Cutrufello  oltre al Texas e al Boss ci sono  gli Stones di Dead Flowers e  quel modo di fare country fuori dagli stereotipi e da Nashville che è la cifra stilistica di Steve Earle. In Worthy Girl, non sono una ragazza degna e non voglio saperne del tuo amore, la cantautrice mostra il suo lato riot girl, la voce è aspra, le chitarre mordono ma è l’organo di Tommy Barbarella a dare spessore al brano, una presenza importante anche in Promise Into Darkness e Fool For You, quest’ultimo un rockaccio tutto nervi urlato con la rabbia dei bassifondi. La tensione si allenta in Fools and Lovers dove la Cutrufello paga il suo pegno al country-rock ed in Three  Broken Hearts altro episodio da roadhouse texano dove gli uomini si succedono in camere di motel senza amore e lei rimane con un grande vuoto nel cuore, lasciandosi scappare l’unica occasione per cui valeva la pena tentare. Ci pensa la ferrovia di Santa Fè (Santa Fe Railroad) a portare un po’ di conforto, qui il country è solo uno sfondo per una ballad dai colori western in cui primeggia il tocco della lap steel di Mike Hardwick ed una Cutrufello con tonalità vocali maschili si fa carico di una calda nostalgia regalando un vocalizzo finale che arriva al cuore. Di coraggio ne ha la Cutrufello, per come ha vissuto la sua vita, per come ha gestito il suo lavoro ma chiudere un disco con una Canzone sulla Fed-Ex non è da tutti. Nello stile di Steve Earle inventa un rootsblues agro e polemico dove lei veste i panni di un esausto corriere con la schiena rotta che fa le sue ingombranti consegne in mezzo alla neve e al casino dopo aver guidato tutto il giorno, mandando a quel paese lui e quei posti di merda. Vero spirito blue-collar e naturale chiusura di un disco affatto politicamente corretto, intitolato Mondo Senzafede, tra i migliori lavori di una Mary Cutrufello ritrovata.

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