Foto © John Spinks

Recensioni

Radiohead, Kid A Mnesia

RADIOHEAD
KID A MNESIA
XL RECORDINGS
**** 3CD

Uscivano vent’anni fa Kid A e Amnesiac, rispettivamente nel 2000 e nel 2001, due dei dischi migliori nella carriera dei Radiohead, che all’epoca però scioccarono non poco il loro pubblico, il quale si divise circa il loro gradimento. Fu soprattutto il primo a sconvolgere gli ascoltatori, perché fu quello che marcò quel cambio di direzione nella carriera della band di Oxford da cui non sarebbero mai più tornati indietro e lo fece nel più evidente dei modi.

Intanto veniva dopo un disco clamoroso e dall’enorme successo quale Ok Computer, che già di suo era andato ben oltre il britpop degli inizi, con le sue strutture complesse al limite del progressivo, la sua fusione di elementi diversi, i suoi toni malinconici e suggestivi, ma comunque pervasi da sonorità rock, un disco che, col senno di poi, anticipava alcune cose che sarebbero venute, ma non abbastanza da preparare a un nuovo album che scopriva le sue radici nei landscapes ambientali di Brian Eno, nel kraut rock cosmico di Tangerine Dream e Kraftwerk, nel Bowie e nei Pink Floyd più sperimentali, il tutto condito con le ultime tendenze dell’elettronica a sabotare la sostanza rock che li aveva sempre caratterizzati.

Uscito senza essere preceduto da alcun singolo, Kid A sfruttava, come mai era accaduto prima, lo studio di registrazione come elemento costitutivo del loro suono. A molti all’epoca suonò ostico e poco comunicativo; passati più di vent’anni, oggi appare semplicemente bellissimo, con i Radiohead del tutto nel pieno della loro creatività, come vi sarà del tutto chiaro facendone scorrere le sue dieci tracce.

L’anno dopo, Amnesiac, album estrapolato dalle stesse session di Kid A, doppiava aggiustando un po’ il tiro, non rinunciando quindi alle sperimentazioni, ma lasciando anche aperta la porta a maggiori aperture pop rispetto all’album gemello e, di fatto, tracciando la strada per quella che sarebbe stata la carriera futura della band, con quel suo continuo oscillare tra passi in avanti e leggeri ripensamenti.

Oggi i due album vengono ristampati in un triplo LP/CD, con l’aggiunta di quello che viene venduto come una sorta di terzo album di un’ipotetica trilogia, Kid Amnesiae, in realtà la classica raccolta di versioni alternative, frammenti sonori e outtakes, sia pur montate in un unico fluire sonoro, così da dargli effettivamente l’aspetto di un’opera organica e unitaria.

Due i veri inediti, la bella If You Say The Word, scelta come primo singolo, e Follow Me Around, brano in realtà ben conosciuto dai fan della band, qui proposto in una versione in studio solo voce e chitarra acustica, dai risvolti blues. Tutto il resto si muove fra versioni alternative di pezzi che facevano parte degli album (Like Spinning Plates, Punk/Pull) oppure erano apparsi su singolo (l’ottima ballata Fog) e un mazzo di pezzi strumentali, sia in forma d’intermezzo (i tre Untitled) che non (la groovata Alt. Fast Track, le campiture ambientali di The Morning Bell (In The Dark Version), Pyramid Strings e How To Disappear Into Strings) i cui titoli in gran parte spiegano già tutto.

Come spesso accade in questi casi, il tutto è destinato soprattutto ai fan o a quanti ancora non hanno in casa i due album qui ristampati. Sappiate, nel caso, che la versione Deluxe in vinile crema 180g ha in allegato un booklet con copertina rigida di 36 pagine e che, in contemporanea con questa ristampa, usciranno anche due volumi – KID A MNESIA Art Book  e FEAR STALKS THE LAND! – entrambi intestati a Thom Yorke e Stanley Donwood e dedicati alle opere visive create per i due album.

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