Recensioni

The Word, Soul Food

thewordTHE WORD
Soul Food
Vanguard/ Universal
***½

Sia che se ne colga la sfumatura gastronomica (il termine indica la saporita cucina afroamericana tipica del Sud degli Stati Uniti), sia che lo si traduca letteralmente come “cibo per l’anima”, non potrebbe esserci titolo più appropriato per la febbrile miscela di blues, gospel, funky e rock’n’roll che riempie le 13 tracce di Soul Food, il nuovo album di The Word, progetto congiunto di North Mississippi Allstars, John Medeski e Robert Randolph.

Tutto è cominciato  ben quattordici anni fa, quando  per la prima volta la progenie del leggendario produttore  Jim Dickinson – i fratelli Luther e Cody insieme al bassista Chris Chew – incrocia i propri strumenti con le tastiere di Medeski e la straordinaria pedalsteel di Randolph, con lo stesso entusiasmo di un gruppo di adolescenti alla prima esperienza in un qualsiasi garage della provincia americana: da quelle sessions nasce un’omonimo album che suona da subito come un’autentica rivelazione per qualsiasi appassionato di musica.
La band si ispira alla tradizione della Sacred Steel, lo strumento che accompagna le funzioni religiose della Chiesa Pentecostale a Sud della linea Mason-Dixon, ma ne contamina la sacralità con il demone del rock, dando vita ad una formula strumentale particolarissima e ad un suono tanto eccitante da evocare la magia del mitico Super Session a firma Kooper, Stills e Bloomfield. Fino ad oggi quel folgorante debutto sembrava destinato a rimanere uno dei tanti estemporanei exploit che costellano la storia del rock, ma fortunatamente Soul Food riapre quella felice parentesi, lasciando intuire che nulla è andato perduto nel frattempo, né la freschezza di quel suono unico, né il gusto di suonare insieme come fosse la cosa più naturale del mondo.

Inciso tra Memphis e New York, Soul Food è un piatto piccante cucinato seguendo più o meno la stessa ricetta dell’esordio – anche se ad aggiungere ulteriori sapori qui ci sono le voci di Ruthie Foster e Amy Helm – e ottenuto da una mistura di ingredienti di prima qualità come la stratosferica pedal-steel di Randolph, l’organo di un John Medeski mai così lirico e selvaggio al tempo stesso, i riff paludosi della chitarra di Luther Dickinson e il groove di una sezione ritmica focosa e dinamica. Salvo un paio di pregevoli eccezioni, Soul Food è un disco esclusivamente strumentale ed uno dei rari casi in cui l’utilizzo di una voce potrebbe perfino spezzare l’incantesimo, perché nulla sembra mancare quando The Word attaccano con il furioso beat funky di una funambolica New World Order, con la vulcanica successione di pause e ripartenze di una esplosiva Play All Day, con il souljazz di una Swamp Road zeppa di assolo o con le languide atmosfere caraibiche di una trasognata Soul Food I. Quasi fossero gli acuto di un’invasato sermone, i solismi di Randolph sono fiammate da togliere il fiato, controbilanciate dall’elegante fraseggio soul-jazz di Medeski e dalla grana blues della chitarra di Dickinson: una combinazione che fa miracoli nell’ipnotico chiaroscuro di una meravigliosa Early in The Moanin’ Time, nelle  travolgenti improvvisazioni swamp-blues di una meticcia Soul Food II o nel clima urbano da blaxploitation di Speaking In Tongues. Ad aggiungere ulteriore sapore ed inedite sfumature al torrenziale flusso strumentale di The Word, qui si ascoltano il coro che scandisce il gospel-blues magmatico e tribale di una elettrizzante Come By Here, la vocalità calda ed ispiratissima della brava Ruthie Foster nel vivace rhythm’n’blues neworleansiano di When I See The Blood o il canto di Amy Helm, figlia del grande Levon e leader degli Ollabelle, nei brividi acustici dell’inno Glory Glory. Se non fosse riferita a tutt’altra musica, la definizione più appropriata con cui identificare quanto si leva da Soul Food sarebbe fusion, qui applicata a meraviglia non solo in termini di suono, ma soprattutto di cultura, spirito, razza e forma espressiva.

Questo mese

The Junior Bonner Playlist

Backstreets Of Buscadero

Facebook

TOM PETTY

ADMR Rock Web Radio

Rock Party Show Radio

The Blues Podcast