Recensioni

Van Morrison, Astral Weeks & His Band And The Street Choir (Expanded Edition)

astralweeksVAN MORRISON
Astral Weeks (Expanded Edition)
Rhino/Warner reissues
*****

Un capolavoro e un classico. Rimasterizzati e potenziati. Il suono è strepitoso e le canzoni aggiunte molto belle. Una goduria, per un fan di Morrison come me. Però non posso negare un fondo di amarezza, visto quello che era stato fatto due anni fa per Moondance. Due edizioni: una expanded version, doppio CD con undici brani aggiunti al disco originale. E, addirittura, una De Luxe con 4 CD e un DVD (audio), con 50 versioni aggiunte. Qui ce ne sono quattro per Astral Weeks (penso a quanto ben di dio c’è ancora nei capienti archivi della Rhino) e cinque per His Band.

I due dischi li conosciamo a memoria. La rimasterizzazione 2015 dà ulteriore pulizia al capolavoro Astral Weeks. Van lo aveva registrato nel 1968, dopo Blowin’ Your Mind, edito dalla Bang, un disco che lo aveva profondamente amareggiato per via del contratto capestro che lo escludeva da tutto, royalties comprese. Cambia stile, suono e forse anche vita. Astral Weeks viene inciso a New York con una serie di musicisti jazz come backing band: il risultato è un disco straordinario che, ancora oggi, viene considerato tra i più belli di sempre, se non il più bello (leggere Greil Marcus, Lester Bangs, tanto per citare due grandi firme rock). Astral Weeks è un disco profondo, acustico, che va contro ogni logica, visto quello che mediamente veniva registrato e pubblicato in quel periodo. Siamo ancora negli anni sessanta e Morrison mostra di essere avanti, molto avanti.

Il disco, inciso con la partecipazioni di gente del calibro di Connie Kay (Modern Jazz Quartet), Jay Berliner, Richard Davis, Warren Smith ed altri, è, senza mezzi termini, un capolavoro. Brani come Ballerina, Cyprus Avenue, Astral Weeks, Madame George, The Way Young Lovers Do sono qui a dimostrarlo. Questa nuova versione ci presenta quattro versioni nuove: Madame George, Ballerina, Slim Slow Slider e Beside You. La versione di Ballerina,che supera gli otto minuti, da sola vale la spesa. Lunga, sinuosa, toccante, ha uno scorrimento più fluido con basso, batteria, vibrafono in maggiore evidenza. Il pezzo rimane monumentale. Madame George dura un minuto di meno, ma è più scarna: solo basso, chitarra arpeggiata e flauto, oltre alla voce del leader. Versione da spellarsi le mani, è la Take 4: peccato non avere potuto sentire anche le precedenti e le eventuali seguenti versioni. Poi è la volta di Slim Slow Slider, più lunga, quasi due minuti in più dell’originale. Non si diversifica di molto, ma il basso è più accentuato e la parte finale, si lascia andare, è più scorrevole, con un bel lavoro di sax (John Payne), che sfocia quasi nel free jazz verso la fine della canzone. Besides You dura quasi sei minuti, più della versione originale. C’è un intro con voci di sala, l’ingegnere del suono che parla con il mixer sino a che, dopo quasi un minuto, non inizia la canzone: non è molto diversa da quella che già conosciamo.


hisbandandhischoir

VAN MORRISON
His Band And The Street Choir (Expanded Edition)

Rhino/Warner reissues
****

His Band And The Street Choir è il quarto album dell’irlandese, registrato a New York nel 1970, dopo Moondance. Il disco contiene diverse canzoni scritte e, alcune, registrate, nel corso delle sessions di Astral Weeks. Alcune vengono riincise con un titolo nuovo (Crazy Face si intitolava Going Around with Jesse James,oppure Virgo Clowns che si intitolava Funny Face). Disco sofferto per certi versi, His Band and The Street Choir, già dal titolo spiega il suo iter: infatti in origine Morrison lo aveva registrato per sole voci, a cappella (da cui Street Choir), ma è poi stato dissuaso sia dal risultato che dal fatto che il disco sarebbe stato ben poco commerciale, e lo ha riinciso con la band. His Band and the Street Choir.

Il disco è inferiore ai primi due, due capolavori, ma non è poi tanto distante. È più soul, con qualche ballata e poi è meno sofferto, più rilassato. Contiene comunque canzoni di peso come Domino,il suo singolo di maggiore successo di sempre. Blue Money, la splendida I’ve Been Working, Call Me Up in Dreamland, I’ll Be Your Lover Too, Virgo Clowns. La Expanded edition offre cinque canzoni in più: I’ll Be Your Lover Too, leggermente più lunga, acustica e molto sofferta. Call Me Up in Dreamland, 4.16, ritmata, calda, soul, potente e ben modulata. Give Me A Kiss, lunga come l’originale, forse più decisa, sopratutto nella sezione ritmica, sempre molto godibile. Gypsy Queen, un minuto più lunga, ma con un intro di Morrison errato: splendida canzone, tra le più belle del disco originale. Una ballata di quelle difficili da dimenticare, anche se Van canta in falsetto. I’ve Been Working, anche questa più lunga, è un solido errebi con fiati attorno alla voce del nostro: questa versione accentua i fiati ed è, manco a dirlo, decisamente godibile.

Due belle ristampe ma, sopratutto per Astral Weeks, un’occasione mancata. Solo quattro brani quando, per le sessioni del disco sembra ne siano stati messi su nastro almeno venti (il disco originale ne aveva 8). E figuriamoci poi le varie versioni: al tempo l’irlandese era capace di registrare un brano anche più di dieci volte. È sicuro che I’ve Been Working, Domino, Going Around With Jesse James sono state registrate, la prima volta, per Astral Weeks. E non sono le sole. Sempre grande, grandissima musica.

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