Recensioni

Virgin Prunes, A New Form Of Beauty (Parts 1-4)

VIRGIN PRUNES
A NEW FORM OF BEAUTY (PARTS 1-4)
BMG
****

BMG ristampa su doppio CD (o triplo LP) una delle opere post punk più disturbanti di sempre, che non ha affatto smesso di esserlo a più di 40 anni dalla sua prima uscita. Che poi, post punk non è neppure il termine giusto, o comunque unico, per definirla, avendo essa molto più a che fare con l’avanguardia, il rumorismo industrial, la performance neodadaista.

I Virgin Prunes si erano formati a Dublino nel 1977 e fin dall’inizio avevano soprattutto prestato attenzione nel dar forma alle loro performance live, teatrali e oltraggiose, molto più vicine al mondo dell’arte contemporanea e del teatro sperimentale, che non a quelle di un usuale concerto rock. A New Form Of Beauty, che arrivava quando la band aveva fino a quel punto pubblicato solo un 7”, esprimeva bene il modo in cui la band operava al crocevia di situazioni diverse.

Originariamente pubblicato diviso in quattro differenti uscite – nell’ordine, un 7”, un 10”, un 12” e una cassetta – ma negli anni raccolto diverse volte in forma di doppio LP o doppio CD – fin dal 1983 da Italian Records e New Rose e più avanti da The Grey Area e Mute – non può essere considerato solo un disco perché, come benissimo spiegato nel booklet che arricchisce questa ristampa con testi, immagini e liner notes curate da Jon Wood, parti essenziali erano pure non solo l’artwork che lo componeva, ma anche le mostre e le installazioni che vennero create a corredo, le esibizioni, i costumi e tutto quanto.

Senso dell’opera era la denuncia della società contemporanea intenta a sradicare e mortificare l’essenza dell’essere umano, privandolo del suo lato più autentico e puro, quello immaginifico. Ecco quindi l’esaltazione del diverso, del difforme, del mostruoso e del luciferino, portato avanti da brani che oscillano tra nursery rhymes allucinate, scampoli di teatro dell’assurdo, nenie ripetitive tra bordoni di suono, solo a tratti capaci di prendere una qualche forma canzone autenticamente post punk (la classica Come To Daddy, l’affogare Goth di Sad World) e che, anzi, negli ultimi due capitoli diventa sempre più ostico e psicotico (il folle giardino d’infanzia dell’accoppiata Brain Damage/No Birds To Fly, i collage della lunghissima Din Glorious, testimonianza di due diverse esibizioni live).

La ristampa aggiunge come bonus alcuni remix realizzati da Apparition (pare con la collaborazione attiva dello stesso Gavin Friday) che normalizzano di parecchio la musica della band, dandogli una forma elettronica vagamente trip-hop, lontanissima dagli originali, ma comunque interessante.

Un classico riportato a nuova vita – ottima la rimasterizzazione – che però rimane faccenda destinata unicamente agli ascoltatori più coraggiosi.

Questo mese

The Junior Bonner Playlist

Backstreets Of Buscadero

Facebook

TOM PETTY

ADMR Rock Web Radio

Rock Party Show Radio

The Blues Podcast