Interviste

Yes a maggio in tour in Italia: intervista a Billy Sherwood

Senza dubbio uno dei gruppi più leggendari nonché longevi del panorama musicale, specie quello del prog rock, la band inglese si prepara ad una nuova tournée europea, denominata appunto The Classic Tales of Yes, che inizia il 30 aprile a Lisbona e toccherà l’Italia con tre date, il 5 maggio a Roma, il 6 a Milano e l’8 a Padova. Gran Bretagna esclusa, il nostro paese sarà il più frequentato dagli Yes in questo tour, unitamente alla Germania. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Billy Sherwood, bassista della band, collaboratore di lunghissima data del gruppo, che copre da già da molti anni il ruolo del compianto Chris Squire. Il quintetto si avvarrà di colui che può ora a ben ragione esserne definito il leader, il chitarrista Steve Howe, insieme a Geoff Downes (tastiere), Jon Davison (voce) e Jay Schellen (batteria). L’uscita di Mirror to the Sky, lo scorso anno, la loro prova migliore da molti anni a questa parte, ben accolto da critica e pubblico, ha rinnovato l’interesse verso il gruppo inglese, che di certo proporrà una carrellata dei loro brani storici, con una scaletta che ha in riserbo qualche sorpresa.

Ciao Billy, siamo alla vigilia del vostro nuovo Tour e in Italia avrete ben tre date, a dimostrazione del grosso seguito che continuate ad avere, da moltissimi anni, nel nostro paese…

Sì, certo, lo sappiamo molto bene e ne siamo orgogliosi, il pubblico italiano ci ha sempre seguito con passione e per noi è sempre una gioia suonare in Italia, calore e conoscenza del pubblico sono importanti per noi.

Classic Tales of Yes è il nome che avete dato a questa tournèe e a qualcuno datato come me viene in mente l’ormai leggendario Tales From Topographic Oceans, puoi anticiparci se suonerete qualcosa di quell’album?

Tales è il mio disco preferito degli Yes! S^, con Steve (Howe) ed il gruppo abbiamo preparato un medley che conterrà frammenti di tutte e quattro le suites che componevano il disco.

Ritengo che gli ultimi due album della band, The Quest e soprattutto Mirror to The Sky, siano tra le cose migliori che avete prodotto negli ultimi 30 anni, l’ultimo album è stato accolto davvero molto bene…

Sì, si può parlare di un a combinazione magica che ha creato questi lavori, io ne sono particolarmente orgoglioso. Chi lo avrebbe detto che nel 2024 ci saremmo trovati a parlare di una band che ha iniziato nel 1967! Posso dire che ne siamo davvero orgogliosi, ma è la risposta del pubblico quella che conta.

Foto © Gottlieb Bros

Parlando un po’ di te, Billy, il destino ha voluto che ti ritrovassi, da musicista giovane e talentuoso, oltretutto grande fan degli Yes, a collaborare con la band per più di 30 anni e a ritrovarti a lavorare a stretto contatto il rimpianto Chris Squire, uno dei maggiori talenti allo strumento che il pop ha avuto. Inoltre hai prodotto dei dischi in coppia con Chris, quindi la domanda, che sicuramente moltissimi ti hanno già fatto, è: come è nata la stretta amicizia con lui e come questo ha influenzato lo sviluppo della tua carriera?

Sono cresciuto ascoltando gli Yes, ed allora non c’è internet come oggi, creavi il tuo mondo in un altro modo. Quando ero un ragazzino mi ascoltavo Close to The Edge e guardavo la foto di Chris sul retro copertina, domandami veramente chi fosse, ero completamente rapito dal suo sound e dal suo approccio musicale. L’ho amato da subito e quando l’ho incontrato per la prima volta, beh, lui era il mio eroe! Fu durante una cena e diventammo subito amici, risate, discussioni e molto divertimento anche su cose stupide, avevamo lo stesso sense of humor, iniziammo una relazione veramente incredibile, e una cosa che mi sorprende ancora oggi quando mi ritrovo a rispondere alla domanda che tu mi hai appena fatto! È davvero una cosa incredibile ed emotivamente molto forte per me. Alla fine ci sono stati momenti molto difficili come si può immaginare, ma eccome qui, suono il basso con gli Yes, ci metto tutto il mio entusiasmo e cerco di onorare il suo ricordo. Sai dall’inizio del nostro rapporto alla sua scomparsa, il rapporto tra noi è sempre stato eccellente, mi accorgo di non averlo più di fianco sul palco e penso a lui molto spesso. Insomma un viaggio esaltante per me che arrivò al triste punto di transizione che sappiamo. Ora è diventata una missione per me quella di continuare al suo posto e di andare avanti con il gruppo.

Grazie Chris, per il tuo racconto, davvero bello e anche emotivamente toccante. Tornando a parlare del vostro ultimo album, Mirror To The Sky, che secondo me è molto buono, volevo parlarti di un paio di canzoni in particolare, la title-track, che è scritta da te, Steve e Jon Davison, che è il brano iniziale del disco e dell’ultimo brano, Circles of Time, a firma del solo Jon Davison: questi due brani sono molto belle e di presa, saranno presenti nella set list dei vostri concerti, così come altri brani del disco stesso?

Sai, quando abbiamo lavorato sulla set list abbiamo dovuto tener conto del timing che abbiamo a disposizione per lo show, si probabilmente ci saranno, ma in questo tour vorremmo coprire molto della nostra storia, quindi, vedremo, ma sono sicuro che in prospettiva molti dei brani dell’album faranno parte dello show.

Sì, immagino, la vostra storia è molto lunga ….

E in più recupereremo dei brani che non eseguiamo da molto tempo, ad esempio uno da The Ladder (1999) per il quale sono davvero contento, avendo partecipato a quell’album!

Foto © Gottlieb Bros

La band ha sofferto un’altra grande perdita, quella di Alan White, il vostro batterista storico, ma devo dirti che Jay Schellen è veramente bravo: tu e lui formate una sezione ritmica davvero notevole…

Jay è un mostro, lui ha già una storia importante in passato con gli Yes, ha suonato con Tony Kaye, era nei Conspiracy con me e Chris, e sai, quando Alan ha cominciato ad avere dei problemi seri noi eravamo nella necessità di avere un batterista. A quel punto ho detto alla band che conoscevo chi avrebbe potuto sostituirlo e questo ha funzionato. Lui ed Alan hanno avuto un rapporto in passato e quindi si conoscevano, e quindi anche Alan era pronto e dell’idea che Jay potesse essere il sostituto. La cosa curiosa è che la prima volta che ho incontrato Jay, in occasione di una collaborazione al di fuori degli Yes, chiesi a Jay chi era il suo batterista preferito, lui mi rispose è Alan White, così gli risposi che questo avrebbe funzionato in futuro! (ride)

È davvero peculiare come le vostre storie corrano in parallelo…

Sai la famiglia degli Yes è un albero con tante ramificazioni, c’è una lunga storia dietro in tutti quelli che vi hanno partecipato, è strano vedere come possa esserci ancora qualcuno che crede, ad esempio, che io abbia iniziato a collaborare con gli Yes la settimana scorsa! (ride)

Solo un minuto sul sesto membro della band, Billy: se ho capito bene, Roger Dean (storico e mitico artista responsabile delle stupende copertine degli Yes, e non solo) parteciperà a tutti gli show del prossimo tour?

(dopo aver fatto una faccia perplessa quando nomino il sesto membro) Ah, ok (sorride). Sì, so che parteciperà ma non sono al corrente del suo planning, lui è veramente incredibile ed è anche una persona deliziosa e sì, hai ragione, è come se fosse il sesto membro della band e la sua arte è un punto fermo nell’anima della musica del gruppo. Davvero un talento incredibile.

Forse il matrimonio più riuscito tra musica e grafica che io ricordi nella pop music, quindi sarà davvero interessante, credo per i fans e il pubblico, avere la chance di vederlo con voi…

Lo spero davvero che ci sarà anche in Italia, ma questo va un po’ fuori da quanto seguo personalmente, che prevede anche progetti paralleli agli Yes stessi.

E infatti questa era l’ultima domanda per te, Billy, ci dici qualcosa dei progetti futuri?

Ho in programma un progetto con Tony Kaye per i CIRCA, ci sta prendendo del tempo, ma qui è colpa mia se non ci siamo mossi perché sono occupato in molte altre cose. Sto facendo delle sessions con altri musicisti e sono sempre pronto a collaborare con altri artisti se mi vogliono in studio per i loro lavori. Sì, direi che la mia agenda è completamente coperta dal lavoro con gli Yes e da quanto produco personalmente.

Billy, grazie per la piacevole chiaccherata e ci si vede a Milano!

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