Recensioni

Animal Collective, Tangerine Reef

animal-collANIMAL COLLECTIVE
TANGERINE REEF
DOMINO
***1/2

Dopo il loro disco più pop di sempre, Painting With, il collettivo sempre aperto degli Animal Collective torna con un progetto decisamente più particolare. Della partita stavolta sono Avey Tare, Geologist e Deakin, mentre non è presente Panda Bear e, non vorrei sbagliarmi, ma credo sia la prima volta in cui si registra una sua assenza nei dischi della band, quantomeno in uno di quelli maggiori.

Tangerine Reef è un’opera non solo musicale, ma anche visiva. Frutto infatti di una collaborazione con la coppia di artisti/scienziati Coral Morphologic (Colin Foord e J.D. McKay), già in passato a fianco della band per alcuni progetti d’installazioni e sonorizzazioni, Tangerine Reef è un’ode in difesa della barriera corallina, un inno alle sue bellezze, pubblicato proprio nell’Anno Internazionale della Barriera Corallina. La definizione che gli è stata data di poema sinfonico non è un’esagerazione: vi basterà infatti lasciar scorrere davanti ai vostri occhi le immagini assolutamente spettacolari del film (lo si può vedere in streaming su questo sito) per rimanere assolutamente a bocca aperta. Realizzato attraverso una serie di riprese e time-lapse sottomarini, montati tra loro a formare sorprendenti e coloratissime immagini grafiche (senza nessun tipo d’effetto speciale) è un’immersione completa tra le meravigliose creature della barriera, una sorta di viaggio in un mondo alieno, misterioso, di abbacinante bellezza.

I tre Animal Collective, di loro, ci hanno messo una partitura musicale divisa in tredici tracce, per quasi un’ora di musica. Sebbene i pezzi siano cantati e possano anche essere presi singolarmente, il meglio lo danno se li consideriamo come un unico flusso musicale, l’autentico contraltare delle immagini a cui si sovrappongono e con cui funzionano benissimo. Fuse l’una nell’altra senza soluzione di continuità, le tredici parti di Tangerine Reef rimandano ad alcune delle cose più sperimentali degli Animal Collective, palesandosi attraverso opalescenti nenie sognanti, acquatiche partiture elettroniche e sgocciolii di suoni, pulsare di synth e rintocchi percussivi, sibilare di suoni amniotici e momenti di tratteggio visionario. Danno la sensazione all’ascoltatore di fluttuare in un mondo inesplorato e tutto da scoprire già solo ad ascoltarle, figurarsi abbinate alle immagini dove, quasi ovviamente, danno senz’altro il loro meglio. Nell’insieme, un progetto che merita tutta la vostra attenzione.

 

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