Recensioni

Iggy Pop-Tarwater-Alva Noto, Leaves Of Grass

image.phpIGGY POP / TARWATER / ALVA NOTO
Leaves Of Grass
Morr Music/Goodfellas
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In attesa dell’uscita del nuovo Post Pop Depression – previsto per il 18 marzo, prodotto da Josh Homme dei QOTSA e, ve lo possiamo anticipare, ottimo – troviamo Iggy Pop anche in questo EP, pubblicato solo in vinile in edizione limitata, in cui collabora con i Tarwater di Ronald Lippok e Bernd Jestram e con Carsten Nicolai, l’artista e produttore elettronico meglio noto come Alva Noto (tra i suoi ultimi lavori, la bellissima colonna sonora di The Revenant, realizzata con Ryuichi Sakamoto e con la collaborazione di Bryce Dessner dei National).

Leaves Of Grass prende il suo nome dalla più famosa raccolta del grande poeta americano Walt Whitman, ed ognuna delle sette tracce qui contenute prende le sue liriche proprio da un poema contenuto in Foglie d’erba. La divisione dei compiti è stata precisa: Iggy ha contribuito con la sua voce, registrando la lettura di alcune poesie di Whitman, mentre gli altri si sono occupati di creare delle basi musicali per la sua voce.

Di Whitman Iggy Pop ha detto: «Sai, penso sia stato una sorta di Elvis. Come Elvis prima del suo tempo, è stato uno dei primi folli populisti americani. Quando guardi qualcuna delle sue immagini, chiaramente vedi qualcuno che è coinvolto dalla sua stessa apparenza fisica. La sua poesia parla sempre di movimento, di protendersi verso il futuro, di amore pazzo e del sangue che scorre attraverso il corpo. Avrebbe potuto essere il perfetto gangsta rapper. Whitman disse: anche il più bello dei visi, non può competere col più bello dei corpi. Dire questo nella metà del diciannovesimo secolo era oltraggioso, era come uno schiaffo in faccia. Guarda alla differenza con i popolari, ben educati poeti del suo tempo, quelle anime nobili e sensibili… In quegli anni Whitman scriveva: Fuck ass».

Come ogni disco spoken words, anche questo è godibile quanto più avete una buona conoscenza della lingua inglese. Iggy recita le poesie con la sua voce scura e baritonale, non calcando mai la mano in direzione di un’eccessiva enfasi, cercando piuttosto di mantenere un ammirevole equilibrio performativo.

Alva Noto e i Tarwater, come immaginabile da quanti conoscono la loro musica, creano trame musicali in bilico tra elettronica isolazionista, astrazioni ambient, filigrane post-rock, sempre piuttosto fascinose e non concepite come puri tappeti sonori, quanto piuttosto come musiche che possano reggere anche al puro piacere d’ascolto. Le spire avvolgenti ed ipnotiche di As Adam Early In The Morning/I Am The Aches With Love ci accompagnano tra gli scuri drappi della breve Ages And Ages Returning At Intervals, preludio alla splendida From Pent-Up Aching Rivers, miscuglio ineffabile di plumbea ed algida elettronica e suggestioni jazz e post. Le volte tastieristiche e i glitch ritmici di A Woman Waits For Me c’introducono alle più aeree e volatili atmosfere di Out Of The Rolling Ocean The Crowd, alle figurazioni zen di To The Garden The World, alle sottile visionarietà di Leaves Of Grass.

Un piccolo, sentito omaggio e un modo per ricordare una delle più grandi figure della poesia americana, Walt Whitman. Forse, come suggeriva Iggy, addirittura una delle prime rock star.

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