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The gentle lady of country folk: in ricordo di Nanci Griffith

Se ne è andata anche lei, Nanci Griffith, morta a 68 anni in circostanze non note nel mezzo di questo Agosto afoso ed incendiario. Ne ho parlato brevemente con Angelina Poggi che, essendo amica del suo manager, mi ha informato che da tempo Nanci si era rinchiusa in sé stessa, forse vittima della depressione e dell’alcol, e che non voleva vedere nessuno. In precedenza Nanci aveva anche lottato a lungo contro il cancro.

Dispiace che un’artista così raffinata, colta e intellettuale (molti erano i riferimenti letterari nei suoi dischi e lei stessa era una scrittrice) sia scomparsa in un modo così triste.

Il primo riferimento che mi viene in mente è Townes Van Zandt, il suo  massimo riferimento musicale, perché fu proprio assistendo da teenager ad un suo concerto che Nanci decise di diventare una cantautrice. Lo stesso Townes riconobbe anni dopo come  la versione della Griffith della sua Tecumseh Valley fosse “the best cover of any of my songs ever”.

Altri suoi mentori/compagni di viaggio sono stati Steve Earle, Lyle Lovett, John Prine, di cui godette la stima. Purtroppo la sua carriera musicale fu ostacolata proprio nel natio Texas, sin da quando in una versione di Desperados Waiting For The Train, apparsa sul suo disco Other Voices, Too ( A Trip Back To Bountiful), canzone in cui Nanci orgogliosamente radunava Guy Clark, Steve Earle, Jerry Jeff Walker, Rodney Cromwell, Eric Taylor, Jimmie “Dale” Gillmore; venne criticata dalla stampa Texana per la sua pronuncia. 

Grande fu sempre quindi l’astio della Griffith verso i giornalisti locali, in quanto lei si riteneva orgogliosamente texana, ambasciatrice della cultura e degli artisti texani nel mondo, venendo invece proprio osteggiata in patria.

Comunque il percorso artistico di Nanci è stato davvero notevole, pur non essendo riuscita a scalare le charts come avrebbe meritato. Fu un mito in Irlanda e riuscì, ironia della sorte  (era un disco di cover, peraltro eccellenti) a vincere un Grammy nel 1994 con Other Voices, Other Stories, disco con cui pagava un tributo agli artisti che amava.

Forse fu proprio il suo stile musicale, che si può definire folk-country, a non permettere una sua classificazione. Nanci aveva la classe e la cultura musicale appassionata dei folk singers del Greenwich Villlage e lo stile interpretativo diretto al cuore dei musicisti Texani; forse fu troppo country da un lato e troppo folk dall’altro.

Cruciali sono stati i suoi dischi degli anni ‘80: Poet In My Window, Once In A Very Blue Moon, Last Of The True Believers, Lone Star State Of Mind (a proposito del suo amore per il Texas), Little Love Affairs, dischi prevalentemente acustici, un ottimo country folk fuori dalle mode e davvero anticonvenzionale anche per Nashville. Poi ci fu una  svolta , con dischi forse over-prodotti, più attenti alle esigenze discografiche, culminati con il Grammy di Other Voices, Other Rooms  del 1994; ma Nanci non tradì mai la sua intransigenza artistica e culturale che ne fece  un’artista scevra ai compromessi. Poi ci fu il sorprendente ritorno a tonalità più acustiche ed intime con The Lovin Kind del 2009, dai contenuti sociali e politici che fecero discutere, seguito da uno dei suoi dischi più duri nei testi, Intersections, in cui ripercorre anche vicende drammatiche della sua vita, con ritorno a tonalità acustiche e con uno dei suoi anthems più drammatici e controversi, Hell No (I’m Not Alright), e due  meravigliose covers: If I Could Only Fly di Blaze Foley e High On A Mountain Top di Loretta Lynn, ultimi segnali del suo amore profondo per il country. Purtroppo questo disco del 2012 fu il suo ultimo messaggio giunto ufficialmente a noi. Rimarrà sempre vivo il ricordo di Nanci, quando nel Tributo a Townes Van Zandt, effettuato ad Austin City Limits, lei non riuscì a trattenere le lacrime .

Ora non ci resta  che la sua musica, da riscoprire e rivalorizzare, le sue canzoni come Lone Star State  Of Mind, Trouble in The Fields,  Love At The Five And Dime, Outbound Plane, I Knew Love saranno sempre lì a ricordarcela, così come queste sue parole programmatiche: “Live well. Sing out, sing loud, and sing often. And God bless the child that’s got a song”.

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